Aldo Moro

  • Raffaele Iozzino

    Nato a Casola (NA) il 2 gennaio 1953. Guardia di Pubblica sicurezza.

    Entrò in Polizia nel 1971 e, dopo aver frequentato la Scuola allievi di Alessandria, prestò servizio presso il 1° Reparto mobile di Roma e presso l'Ispettorato generale di Pubblica sicurezza del Viminale.

    Molto legato ai fratelli e alla famiglia di origine, presso la quale rientrava quasi ogni settimana, quando fu trasferito a Roma come agente di scorta alle personalità politiche era molto riservato, non faceva trapelare quasi nulla del servizio che svolgeva.

    Vittima nella strage di via Fani a Roma, il 16 marzo 1978. Insignito della medaglia d'oro al valor civile "alla memoria", il 16 febbraio 1979.

  • Oreste Leonardi

    Nato a Torino il 10 giugno 1926. Maresciallo maggiore aiutante dell'Arma dei carabinieri.

    Si arruolò nel 1946 e fu promosso maresciallo maggiore nel 1973. Prestò servizio presso Reparti territoriali in Umbria e nel Lazio; dal 1963 fu in forza al Reparto servizi sicurezza enti vari.

    Vittima della strage di via Fani a Roma, il 16 marzo 1978. Insignito della medaglia d'oro al valor civile "alla memoria", il 16 febbraio 1979. Il 21 aprile 2010 gli viene concessa l'onorificenza di "vittima del terrorismo" «per gli alti valori morali espressi nell'attività prestata presso l'Amministrazione di appartenenza e per i quali, componente della scorta dell'On. Aldo Moro, venne ucciso in Roma il 16 marzo 1978 dalle Brigate rosse».

  • Domenico Ricci

    Nato a Staffolo (AN) il 18 settembre 1934. Appuntato dell'Arma dei carabinieri.

    Si arruolò nell'Arma dei carabinieri nel 1955, frequentando la Scuola allievi di Alessandria. Alla fine del corso fu trasferito al Nucleo radiomobile dei carabinieri di Roma. Per le sue doti eccezionali di esperto in "guida veloce" fu trasferito immediatamente al servizio di un alto grado della gerarchia militare dell'arma. Per la preparazione e la riservatezza fu assegnato alla scorta di Aldo Moro nel 1958, dapprima come addetto alla tutela della persona, poi come autista di fiducia, voluto da Moro stesso. Promosso al grado di appuntato il 29 dicembre 1965, dal 1966 entrò in forza al neonato reparto Servizi di sicurezza enti vari.

    Il 4 ottobre 1964 sposò Maria Laura Rocchetti, da cui ebbe i figli Giovanni (1966) e Paolo (1968). Per circa vent'anni autista di Moro, lo seguì in tutte le fasi della carriera, rimanendo legato anche alla di lui famiglia, in particolare alla moglie Eleonora (di cui condivide le native radici marchigiane) e ai figli, con cui condivise molti momenti della vita.

    Vittima nella strage di via Fani a Roma, il 16 marzo 1978. Insignito della medaglia d'oro al valor civile "alla memoria", il 16 febbraio 1979. Il 21 aprile 2010 gli viene concessa l'onorificenza di "vittima del terrorismo" «per gli alti valori morali espressi nell'attività prestata presso l'Amministrazione di appartenenza e per i quali, componente della scorta dell'On. Aldo Moro, venne ucciso in Roma il 16 marzo 1978 dalle Brigate rosse».

  • Giulio Rivera

    Nato a Guglionesi (CB) il 1° agosto 1954. Guardia di Pubblica sicurezza.

    Entrò in Polizia nel 1974 e, dopo aver frequentato la Scuola allievi di Alessandria, prestò servizio presso il Reparto celere di Milano e successivamente a Roma presso il Reparto autonomo del Ministero dell'interno.

    Vittima nella strage di via Fani a Roma, il 16 marzo 1978. Insignito della medaglia d'oro al valor civile "alla memoria", il 16 febbraio 1979. Il 29 marzo 2010 gli viene concessa l'onorificenza di "vittima del terrorismo" «per gli alti valori morali espressi nell'attività prestata presso l'Amministrazione di appartenenza e per i quali, componente della scorta dell'On.le Aldo Moro, venne ucciso a Roma il 16 marzo 1978, in occasione del sequestro della prefata autorità».

  • Francesco Zizzi

    Francesco Zizzi nasce a Fasano, in provincia di Brindisi, il 4 giugno del 1948 e cresce con tre sorelle poco più grandi di lui, a cui è molto legato. Si iscrive all’Istituto magistrale S. Benedetto di Conversano (Ba). Un amico ricorda che un giorno alcuni compagni di classe decisero di fare uno scherzo alla professoressa: applicarono della colla sulla sua sedia. L’insegnante si accorse del complotto e minacciò di annotare sul registro la responsabilità di tutta la classe se non fosse stato indicato il colpevole. Dei diversi responsabili nessuno si dichiarò. Nel silenzio di tutti, Franco si alzò all’improvviso e si autoaccusò, scagionando così i suoi compagni. Ma l’insegnante che lo conosceva bene, comprese l’atto di generosità e decise di non annotare nulla sul registro.

    Amava il canto e la musica, si dilettava a suonare le percussioni, ma la sua vera passione era la chitarra. Con i suoi amici aveva creato, a Fasano, un gruppo musicale dal nome spagnoleggiante Los Ninos Descuidados con cui si divertiva ad esibirsi in vari luoghi con un repertorio di brani sud-americani. Il suo nome d’arte era Francisco de my corazon.

    Ventenne inizia la carriera militare nella scuola di Polizia di Caserta, dove svolge la funzione di istruttore. Successivamente negli anni 1975-1976 frequenta la scuola di Nettuno, dove si qualifica con il grado di vice brigadiere di Polizia.

    Viene assegnato, come prima sede, alla Questura di Parma dove rimane per un anno, dal 1977 al 1978. E da qui chiede il trasferimento a Roma, per avvicinarsi alla sua fidanzata Valeria con cui progetta le nozze.

    Nel febbraio del 1978, prima di partire per Roma, trascorre qualche giorno a Fasano con i suoi genitori e poi con sua sorella Adriana che allora viveva nella città di Avellino. La sorella Adriana ricorda: «Una di quelle mattine uscì per acquistare un regalo a mia figlia di appena nove mesi. Era un peluche con cui si divertì a giocare con lei per diverso tempo, felice di trascorrere momenti di profondo affetto familiare. Questo è rimasto impresso nella mia memoria».

    Il 1 marzo 1978 inizia il suo lavoro al Viminale. Con l’entusiasmo e la disponibilità che lo contraddistinguevano, alla richiesta di sostituire per un breve periodo il collega brigadiere Rocco Gentiluomo (già da 14 anni alla scorta dell’on. Moro) accetta con animo generoso, pur non essendo mai stato addetto a un servizio di scorta, né preparato a tale incarico in quegli anni di paura e sospetti definiti anni di piombo.

    Assume l’incarico di scorta all’on. Aldo Moro proprio la mattina del 16 marzo in cui perde la vita insieme ad altri quattro agenti mentre Moro viene rapito.

    Franco muore a soli 29 anni e finiscono con lui tutte le sue passioni: dall’automobilismo alla caccia, dal canto alle esibizioni con la chitarra nei recital amatoriali.

    Almeno quindicimila le persone presenti a Fasano al funerale di Franco Zizzi: tante le corone giunte dai partiti, dai comuni vicini, dalla Regione, dalla Provincia.

    Negli anni commemorazioni, celebrazioni eucaristiche, intitolazioni di piazze e strade, lapidi e monumenti hanno costruito lentamente la memoria storica: nel giugno del 1978 alla Questura di Parma viene posta una lapide in suo ricordo. Nel suo Paese d’origine, Fasano, vengono intitolate la caserma della Polizia di Stato, un'aula della scuola secondaria di primo grado “G.Bianco”, il largo davanti casa sua, la sezione comunale “Caccia e pesca”, la sezione dell'Avis comunale, la palestra dell'Istituto alberghiero “Salvemini”.

    A Francesco Zizzi fu conferita una medaglia d'oro al valore civile dal presidente della Repubblica Pertini in data 6 marzo del 1979, una medaglia d'oro dal ministro dell'Interno, una medaglia d'oro dall'Anpi di Brindisi il 25 aprile 1981, una medaglia d'oro dal prefetto di Brindisi il 1 giugno del 1986. In occasione della cerimonia del 40° anniversario della Costituzione italiana il presidente del consiglio dei Ministri ha conferito a Francesco Zizzi una medaglia d'oro per aver difeso la Costituzione con il sacrificio della vita.


    Cortometraggio "Il ragazzo di via Fani"


    Si ringrazia la famiglia Zizzi per la concessione delle immagini.